La Decisione di Federico Buffa

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C’era una volta un ragazzo, un pischelletto milanese, che aveva capito come fottere il sistema. Ma fottere davvero, non come quei bauscetti che oggi entrano in pass e bevono Grey e che domani porteranno Lapo, il carlino griffato Cavalli della Manu (già una che quando beve la smolla, oggi moglie, madre, donna), a pisciare in parco Ravizza chiedendosi se pensare ai gonfi testicoli di Consuelo dos Santos, professione ballerina, li renda culattoni o solo degli innocenti curiosoni.

Questo ragazzo aveva avuto un’idea semplice: mi iscrivo a giurisprudenza, studio sei mesi, poi parto per la California, guardo tutte le partite che riesco a trovare e mi accollo a chiunque, poi torno nella capitale morale e li tiro tutti scemi con le due grandi passioni meneghine: schiacciare palle gonfie in buchi stretti e usare l’inglese come interiezione.

Il ragazzo che si chiama Federico Buffa, diventando uomo su ‘sta cosa ci ha costruito una carriera, diventando il più grande commentatore sportivo che questo paese abbia mai avuto e con un certo distacco sul secondo. Tipo il distacco che c’è fra il mio scout preferito (Jerry Lewis in Mr. Smith va a Washington) e quell’altro.

Per un po’ il Nostro ha predicato dalla montagna, con un Fla’ che gli lanciava alley hoop come Cliff Paul a un compagno di squadra più interessante del tizio che salta le KIA. Ovviamente ha fondato un culto: alle presentazioni il pubblico gli si rivolgeva con quella deferente ammirazione solitamente riservata al Boss e al pistola che si è messo con Kate Upton.

Poi si è rotto le balle e uno lo può capire – non è che uno può passare la vita a esaltarsi commentando Nate Robinson che schiaccia saltando dalla linea del tiro libero sul 110 a 65.

Oddio in realtà uno potrebbe, ma tant’è…

Così l’anno scorso ha abbandonato l’NBA per dedicarsi ad approfondimenti sul mondiale. Come è andata? Ad opinione dello scrivente, che sente alzarsi il ciclone dell’ “e sti cazzi”, bene ma non benissimo. E non per mancanza di impegno, ma di materiale. ‘nsomma puoi pure essere il Garcia Marquez del giornalismo sportivo, ma i calciatori, semplicemente non sono interessanti.

A uno come Balotelli, per diventare un bad boy, ‘je bastato comprarsi una macchina tamarra, uscire con qualche luridona e non fare pippa quando gli davano del negro. Boh, e tanto é bastato per renderlo interessante:

mario balotelli sports illustrated

Dai che cazzo, West è stato fermato in stato confusionale con diversi fucili, fra cui un M16, nel sottosella, pare perché stressato dal pettegolezzo secondo cui la madre se la faceva con LeBron. E quella stagione non è stato neanche l’incidente più clamoroso nella categoria “giocatori nba/comportamenti erratici/uso di armi da fuoco”. Vuoi mettere?

Si vabbé, la mano de dios, la democrazia corinthiana, la partita della morte, quello che ti pare. Ma nel pre partita dovrai parlare con Caressa di come Neimar sia l’anima di qualcosa, nonostante non tenga un contrasto neanche con il suo parastinchi e abbia il perenne broncetto di una fashion blogger ai MAS di Piazza Vittorio. O con la d’Amico di Messi, che potrà pure essere la seconda venuta di Maradona, ma ha l’occhio spento di un giocatore di Winning eleven (quando le facce gliele facevano con un unico pixel) senza averne la personalità.

Fede, nessuno mette in dubbio il genio o la passione, ma raccontare una Storia quando nella stessa stanza, nello stesso edificio, c’è Fabio “Sempre Stato Filotedesco” Caressa è un’impresa che rasenta l’impossibile.

Fede, l’altra volta con la Decision non è andata benissimo, quindi o porti i tuoi talenti a Ostia beach oppure torni a casa che ci si è incupito Fla’.

In fondo é quello che ha fatto anche Lui.

Il Worm

5 comments

  1. Ciao Worm,

    l’articolo è bello, e ben scritto, e naturalmente c’è del vero in quello che dici: Buffa come commentatore NBA è insuperabile, e capisco sia stato un duro colpo per tutti non sentirlo commentare gli scorsi Playoff.

    D’altra parte, il fatto che a te piaccia l’NBA e non te ne freghi una fava del calcio, rende la tua opinione un filino “biased”..tanto quanto la mia, del resto, per gli stessi ma opposti motivi …

    Personalmente ho ADORATO il fatto che l’Avvocato quest’estate abbia partecipato al carrozzone sky calcio, riuscendo a mettere all’angolo i vari caressa-bergomi-sconcerti & C e dando al calcio un po’ di quell’aura leggendario-poetica che questo sport metiterebbe ma che, a causa dell’infimo livello del giornalismo sportivo nostrano, è quasi sempre trascurata.

    Il calcio ha un disperato bisogno di gente come l’Avvocato Buffa.

    Personalmente spero che, come il Divino Jonathan, che da uno diventa trino nella meravigliosa parodia degli autogol, anche l’Avvocato decida di suddividersi fra i due sport.

    Dopo l’apoteosi del “Mondiale dei Mondiali”, un’intera serie A senza nemmeno un “Federico Buffa Racconta”, sarebbe veramente troppo da sopportare…

  2. Ti prego Avvocato leggi bene le parole del Worm… È la prima volta che capito su questo blog e non mi pare abbia troppi lettori, ma lui parla a nome di tutti noi: non ci lasciare in balia di Pessina & Tranquillo, con il loro commento da Eurolega l’Atalanta – Minnesota di regular season con ’20 di garbage time non si regge proprio… Mentre quando c’eri tu la guardavo in differita anche sapendo già il risultato, ma solo perché non la commentavi live…

  3. Bah articolo pretestuoso. Trattasi di un cronista sportivo che ha deciso di non occuparsi più attivamente di basket. Andasse pure a commentare le freccette, Basketball will live forever no matter what baby, simple is that!

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